Il bilancio del Comune di Jesi per la prima volta come anche tutti i bilanci
degli altri enti locali deve misurarsi con una quantità notevole di nuove
regole o meglio di nuovi "limiti" imposti dalla legge n. 311 del 30
dicembre 2004, Legge Finanziaria 2005, che non solo conferma e rafforza molte
limitazioni già introdotte precedentemente nell'ordinamento finanziario
e contabile degli enti locali, ma potenzia una serie di interventi volti alla
riduzione dell'autonomia dei singoli Enti. La legge finanziaria 2005, oltre
ad introdurre una serie di controlli esterni all'Ente, quest'anno per la prima
volta applica il c.d. Patto di stabilità all'intero bilancio dell'ente.
Sono state profondamente riviste e modificate le regole del Patto, ed oggi il
tetto massimo di spesa si applica sia alle spese correnti sia alla parte investimenti
del bilancio, comportando questo notevoli difficoltà in termini di programmazione
delle opere pubbliche e di tutti gli altri interventi durevoli che una amministrazione
ha in programma e che strategicamente ha pianificato di effettuare nell'arco
del suo mandato elettorale.
Premesse queste modificazioni normative la presente relazione tende sinteticamente
a riassumere i principali interventi contenuti nel bilancio di previsione 2005
e triennale 2006 - 2007, sottolineando le principali aree di intervento in modo
da illustrare in modo chiaro e semplice la traduzione in cifre della programmazione
dell'arco temporale suddetto, il tutto al fine di assicurare ai cittadini e
agli organismi di partecipazione la conoscenza dei contenuti significativi e
caratteristici del bilancio e dei suoi allegati in osservanza dei principi di
trasparenza e partecipazione contenuti nell'articolo 162, c. 7, del Tuel.
A tal proposito è utile ripercorrere brevemente:
Entrate correnti
Le entrate correnti sono suddivise in tre titoli le entrate tributarie, le entrate
da trasferimenti e le entrate extratributarie. Al fine di valutare l'operato
di questa amministrazione il consiglio deve e può esprimersi principalmente
sulle azioni che la Giunta propone in merito alle entrate tributarie ed extratributarie,
uniche voci sulle quali ha "potenzialmente" capacità di intervento.
I trasferimenti da altri settori della P.A. sono al di fuori della capacità
di influenza dell'Amministrazione. Quest'anno, come accade ripetutamente nelle
ultime finanziarie, la capacità di intervento dell'Amministrazione sulle
entrate tributarie è limitata come al solito da interventi governativi
che tendono a ridurre l'autonomia tributaria dell'Ente.
La Addizionale comunale all'Irpef é stata istituita a decorrere dal 1º
gennaio 1999 a norma dell'art. 48, c. 10, della legge 27 dicembre 1997, n. 449.
Il nostro Ente aveva deliberato la sua istituzione, e successivamente si sarebbe
potuto deliberare l'incremento fino ad un massimo dello 0,5%. E' oggi bloccata
allo 0,3%.
Da più periodi, infatti, è stata bloccata la possibilità di agire sulla stessa e la sospensione della facoltà di aumentare l'aliquota di compartecipazione è confermata dall'art. 1, c. 51, legge 30 dicembre 2004, n. 311 anche per gli anni 2005, 2006 e 2007. A tal proposito in bilancio è stata inserita una somma pari al dato dell'esercizio precedente. Stessa scelta è stata effettuata dal Governo circa la Compartecipazione comunale all'Irpef . Per l'anno 2005, é confermata al 6,5% la compartecipazione al gettito Irpef (art. 1, c. 65, legge 30 dicembre 2004, n. 311). Tenete anche conto che il gettito derivante dall'aliquota base dell'addizionale era ed è destinato a coprire gli oneri delle funzioni e dei compiti effettivamente trasferiti ai comuni ai sensi del Capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59. Ciò significa che mentre le entrate sono bloccate a monte, senza alcuna possibilità di deroga, i costi delle funzioni trasferite aumentano di anno in anno.
Unica imposta sulla quale, invece, vi è stata una rivisitazione da parte della legge Finanziaria è stata l'ICI e viene data la possibilità ai comuni di variare le rendite catastali. In presenza, infatti di unità immobiliari private non dichiarate in catasto o di situazioni di fatto non più coerenti con i classamenti catastali per intervenute variazioni edilizie, i comuni possono richiedere ai titolari di diritti reali sugli immobili la presentazione di atti di aggiornamento. (art. 1, c. 336, legge 30 dicembre 2004, n. 311). Pur sostenendo e auspicando una sempre maggiore equità fiscale, potenzialmente raggiungibile con questa possibilità data dalla Legge Finanziaria, è assolutamente evidente come l'Ente non è in grado di esercitare una vera funzione di politica fiscale in maniera libera ed autonoma.
Nella stima della maggiore entrata tributaria dell'Ente, cioè l'ICI,
è stato tenuto conto di questa possibilità ed anche del probabile
incremento a seguito dell'introduzione dei fabbricati oggetto di condono edilizio
in quanto per tutte le domande presentate è dovuta, in ogni caso, a decorrere
dal 1º gennaio 2003 l'imposta. Nelle more dell'attribuzione della rendita
catastale, infatti, il versamento dell'annualità 2003 e successive deve
essere effettuato, a titolo di acconto, in misura pari a 2 euro per ogni metro
quadrato di opera edilizia regolarizzata per ogni anno d'imposta.
Altra voce classificata fra le entrate tributarie, secondo corretti principi
contabili e secondo le indicazioni dettate dall'Osservatorio per la Finanza
locale sono i c.d. proventi delle concessioni edilizie. Dal 2005 essi possono
essere destinati al finanziamento di spese correnti entro il limite del 75 e
del 50% per l'anno 2006 (art. 1, c. 43, legge 30 dicembre 2004, n. 311). Essi
sono stati stimati in base al dato dell'esercizio precedente ed in base alla
residua riscossione delle rate del condono edilizio.
Dal 1º gennaio 2005, altra limitazione alle entrate comunali introdotta dalla legge finanziaria è stato l'esonero della tariffa sulla pubblicità e diritto sulle pubbliche affissioni per i manifesti di particolari soggetti quali lo Stato e gli enti pubblici territoriali, comitati, associazioni, fondazioni ed ogni altro ente che non abbia scopo di lucro, manifesti di attività politiche, sindacali e di categoria, culturali, sportive etc. L'esenzione si applica alle affissioni negli appositi spazi, pari al 10% degli spazi totali, che i comuni devono riservare (art. 1, c. 480, lett. c, legge 30 dicembre 2004, n. 311) ed inoltre per l'affissione dei manifesti di cui sopra al di fuori degli spazi riservati, é confermata la riduzione al 50% della tariffa. Tutto ciò può determinare un calo, oggi di difficile quantificazione della relativa entrata. L'amministrazione per ovviare a tale riduzione sta comunque rivedendo complessivamente il piano delle affissione in modo da adeguarlo all'ampliamento della città. Per ciò che riguarda la Tosap, non sono state apportate modificazioni alle tariffe determinate l'esercizio precedente. La Finanziaria 2005 prevede, inoltre, il rinvio di un anno ancora per la obbligatorietà della Tariffa Ronchi. L'Amministrazione approfittando di tale possibilità ha iniziato, comunque, un percorso "di avvicinamento" alla Tariffa, adeguando ove necessario gli importi della Tassa Rifiuti per l'anno 2005, in maniera tale suddividere gli incrementi in due tronconi. La legge finanziaria prevede anche che dal 1º gennaio 2005 per la Tarsu, la superficie di riferimento delle unità immobiliari private a destinazione ordinaria censite in catasto non può essere inferiore all'80% della superficie catastale. art. 1, c. 340, legge 30 dicembre 2004, n. 311. L'Amministrazione comunale ha intenzione di avviare un progetto di verifica e controllo di particolare rilievo in virtù di questa disposizione ai fini della Tarsu nel principio della equità fiscale che ha contraddistinto l'operato di questa e delle precedenti amministrazione in materia di Tributi.
Per tutto il resto dei servizi a domanda individuale sono stati adottati incrementi pari all'ISTAT.
Spese correnti
La filosofia complessiva che ha guidato la costruzione del bilancio 2005 e triennale
2006 - 2007 è stata quella del contenimento della spesa e comunque della
autorizzazione in base anche ai dati storici degli esercizi precedenti consapevoli
delle difficoltà di finanziare nuovi ed ulteriori servizi.
Sulla spesa corrente la previsione del triennio è quella di avere riduzioni
di interessi passivi e di quote di ammortamento mutui in base ad un progetto
di rinegoziazione del debito contratto. Dalla relazione della Corte dei Conti
al Senato della repubblica sull'indebitamento degli Enti locali: "Il processo
di risanamento finanziario, nell'attuale contesto di difficile congiuntura economica,
ha coinvolto le autonomie territoriali con un crescente contributo loro richiesto
nel perseguimento degli obiettivi di convergenza e stabilità fissati
a livello europeo. A fronte di una espansione dei compiti loro attribuiti, gli
enti locali hanno visto ridursi le proprie disponibilità finanziarie
in termini reali." E ancora "Il tasso medio, riferito ai mutui tuttora
in essere a fine 2003, si colloca complessivamente intorno al 6-7% ove a pesare
sono specialmente mutui meno recenti, specie i ventennali, le cui condizioni
sono rimaste allineate all'andamento dei tassi dell'epoca, nei casi in cui non
si è ritenuto di fare ricorso alla facoltà di estinzione anticipata.
Circostanza, questa, riscontrata soprattutto per i mutui a tasso fisso con la
Cassa dd.pp. o con l'Istituto di Credito Sportivo".
Oltre che da quanto sopra, in ottemperanza anche alle indicazioni previste dalla normativa finanziaria che stabilisce che gli enti locali sono tenuti alla conversione dei mutui con oneri di ammortamento totale o parziale a carico dello Stato in titoli obbligazionari di nuova emissione o alla rinegoziazione dei mutui stessi anche con altri istituti. (art. 1, c. 71, legge 30 dicembre 2004, n. 311), l'Amministrazione ha già provveduto a richiedere alla Cassa la facoltà di estinguere alcuni mutui il cui tasso medio già esaminato ed analizzato è del 5,50% .
È stata già effettuata, inoltre, un'analisi valutando il rifinanziamento dei mutui in essere (salvo quelli che verranno estinti definitivamente attraverso le alienazioni) con la Cassa Depositi e Prestiti e altri istituti bancari, tramite l'emissione di un prestito obbligazionario in ossequio alla Legge Finanziaria 2005. L'operazione di rifinanziamento dei mutui determina un cambiamento nella posizione debitoria complessiva dell'Ente con rilevanti benefici in termini di spesa corrente.
L'amministrazione intende continuare l'esperienza dell'analisi del proprio
bilancio da parte di una quotata società di rating internazionale, cercando
di trarre da essa positivi effetti in termini di migliori condizioni di tasso
da parte degli istituti di credito. In particolare si sottolinea come nella
nuova procedura di Apertura di credito agli enti locali, la concessione di contratti
di apertura di credito, é consentita soltanto con intermediari contraddistinti
da un rating non inferiore a BBB/Baa2/BBB, certificato da Standard & Poor's,
Moody's e FitchRating; (comunicato in G.U. n. 279 del 27 novembre 2004). È
di particolare soddisfazione per l'Ente parlare con un interlocutore su di un
piano paritario, avendo la medesima o similare quotazione.
Per ciò che riguarda la spesa del personale prioritario e fondamentale
è l'attuazione del progetto di riorganizzazione che l'Amministrazione
sta portando avanti. Fondamentale sarà la concretizzazione dello schema
organizzativo capace di rispondere dinamicamente ai programmi ed agli indirizzi
di governo approvati dal consiglio comunale ed ai progetti definiti dalla Giunta.
Quanto sopra tenuto conto del fatto che gli oneri derivanti, per il biennio
2004-2005, dai rinnovi contrattuali del personale, devono essere interamente
coperti dalle amministrazioni locali nell'ambito delle disponibilità
dei rispettivi bilanci. (art. 1, c. 91, legge 30 dicembre 2004, n. 311) e del
fatto che è comunque vietato di procedere a nuove ed ulteriori assunzioni
se non per la copertura di posti resisi vacanti. E' evidente come il personale,
risorsa fondamentale per la realizzazione dei programmi dell'Ente debba essere
utilizzato al meglio e con la massima soddisfazione dello stesso.
Finanziamento degli investimenti
La brusca rivisitazione delle "regole", a decorrere dal 1º gennaio
2005, drasticamente peggiorativa, non può non far sottolineare il senso
di mortificazione dell'autonomia responsabile degli enti locali. Ciò
perché la legge finanziaria 2005 va ben oltre la semplice rivisitazione
delle regole dettate dal "patto di stabilità e crescita", imponendo
vincoli che solo lontanamente hanno a che vedere con il miglioramento del differenziale
tra riscossioni e pagamenti, tipico del defunto "patto di stabilita` interno".
Vincoli che si traducono in un vero e proprio contingentamento degli impegni
e delle erogazioni. Sembra incredibile rilevare come una serie di comportamenti
"virtuosi" degli enti non potranno avere più influenza alcuna
sul raggiungimento degli obiettivi e, anzi, potrebbero addirittura peggiorarli:
Cosa farsene, ad esempio, dei maggiori accertamenti tributari per aumentare
le basi imponibili o dei maggiori finanziamenti dei servizi pubblici con prezzi
e tariffe? Se negli anni passati il quadro di riferimento é stato qualificato
traumatico e complesso, appare difficile qualificare quello attuale che vede:
In questo quadro l'Ente ha impostato il programma degli investimenti triennali
con forte ricorso alla valorizzazione del patrimonio ed alla sua alienazione.
Alcune importanti opere dovranno necessariamente essere realizzate con il ricorso
alla concessione e gestione, questa formula consente di superare i limiti del
Patto di stabilità.
La maggior parte degli investimenti inseriti nel programma triennale dei Lavori
pubblici dovrà essere finanziato con i proventi da alienazioni per limitare
il ricorso all'indebitamento. In particolare al programma dei LL.PP per l'anno
2005 si farà fronte con € 7.250.063,91 di alienazioni e con €
2.960.399,17 di indebitamento secondo il programma di alienazioni contenuto
nella presente Relazione Previsionale e Programmatica. Nel corso dell'anno 2005
verrà costituita una "task force" , con personale interno e
professionalità anche esterne all'Ente, per realizzare velocemente il
c.d. progetto patrimonio. Esso dovrà in particolare analizzare criticamente
i contratti di locazione, verificando le condizioni per le rinegoziazioni, realizzare
un regolamento per la gestione del patrimonio, esaminare il censimento delle
proprietà comunali per verificare l'esistenza delle condizioni per attivare
procedure di valorizzazione urbanistica. Il progetto patrimonio comprenderà
anche la alienazione del diritto di proprietà per gli alloggi ceduti
in diritto di superficie.
Il "progetto patrimonio" dovrà fornire risorse sufficienti
al finanziamento del piano delle opere pubbliche e sufficienti anche alla estinzione
anticipata dei mutui che non sarà possibile rinegoziare con la Cassa
Depositi e prestiti.
Con la consapevolezza che tutti i vincoli normativi e le azioni sopra elencate renderanno particolarmente complessa e delicata la gestione dell'anno 2005, l'Amministrazione Comunale pone alla Vostra approvazione il progetto di bilancio illustrato, conscia delle difficoltà ma nel contempo sicura, senza falsa modestia, di aver individuato il percorso giusto per il risanamento finanziario dell'Ente.
Il Sindaco di Jesi
Fabiano Belcecchi
L'assessore alle Finanze
Simona Romagnoli