Accabadora - Michela Murgia

Mercoledì 18 Aprile 2018 - ore 21,15 - Salara Palazzo Signoria

AUTORE: Michela Murgia
TITOLO: Accabadora
EDITORE: Einaudi
LUOGO E DATA DI EDIZIONE: Torino, 2009
PAGINE: 164
COLLANA: Supercoralli

SUL ROMANZO
Maria e Tzia Bonaria vivono come madre e figlia, ma la loro intesa ha il valore speciale delle cose che si sono scelte. La vecchia sarta ha visto Maria rubacchiare in un negozio, e siccome nessuno la guardava ha pensato di prenderla con sé, perché «le colpe, come le persone, iniziano a esistere se qualcuno se ne accorge». E adesso avrà molto da insegnare a quella bambina cocciuta e sola: come cucire le asole, come armarsi per le guerre che l'aspettano, come imparare l'umiltà di accogliere sia la vita sia la morte.
D'altra parte, «non c'è nessun vivo che arrivi al suo giorno senza aver avuto padri e madri a ogni angolo di strada».

Perché Maria sia finita a vivere in casa di Bonaria Urrai, è un mistero che a Soreni si fa fatica a comprendere. La vecchia e la bambina camminano per le strade del paese seguite da uno strascico di commenti malevoli, eppure è così semplice: Tzia Bonaria ha preso Maria con sé, la farà crescere e ne farà la sua erede, chiedendole in cambio la presenza e la cura per quando sarà lei ad averne bisogno.
Quarta figlia femmina di madre vedova, Maria è abituata a pensarsi, lei per prima, come «l'ultima». Per questo non finiscono di sorprenderla il rispetto e le attenzioni della vecchia sarta del paese, che le ha offerto una casa e un futuro, ma soprattutto la lascia vivere e non sembra desiderare niente al posto suo. «Tutt'a un tratto era come se fosse stato sempre così, anima e fill'e anima, un modo meno colpevole di essere madre e figlia».
Eppure c'è qualcosa in questa vecchia vestita di nero e nei suoi silenzi lunghi, c'è un'aura misteriosa che l'accompagna, insieme a quell'ombra di spavento che accende negli occhi di chi la incontra. Ci sono uscite notturne che Maria intercetta ma non capisce, e una sapienza quasi millenaria riguardo alle cose della vita e della morte.
Quello che tutti sanno e che Maria non immagina, è che Tzia Bonaria Urrai cuce gli abiti e conforta gli animi, conosce i sortilegi e le fatture, ma quando è necessario è pronta a entrare nelle case per portare una morte pietosa. Il suo è il gesto amorevole e finale dell'accabadora, l'ultima madre.

La Sardegna degli anni Cinquanta è un mondo antico sull'orlo del precipizio, ha le sue regole e i suoi divieti, una lingua atavica e taciti patti condivisi. La comunità è come un organismo, conosce le proprie esigenze per istinto e senza troppe parole sa come affrontarle. Sa come unire due solitudini, sa quali vincoli non si possono violare, sa dare una fine a chi la cerca.

Michela Murgia, con una lingua scabra e poetica insieme, usa tutta la forza della letteratura per affrontare un tema così complesso senza semplificarlo. E trova le parole per interrogare il nostro mondo mentre racconta di quell'universo lontano e del suo equilibrio segreto e sostanziale, dove le domande avevano risposte chiare come le tessere di un abbecedario, l'alfabeto elementare di «quando gli oggetti e il loro nome erano misteri non ancora separati dalla violenza sottile dell'analisi logica».

«Michela Murgia, attingendo alla potenza della letteratura, traspone il dibattito attuale su testamento biologico ed eutanasia in un universo mitico, donandoci la possibilità di tornare a pensarvi senza urlare, con la giusta forza e delicatezza».
Valeria Parrella, Grazia

«C'è più amore che morte in queste pagine, e c'è uno stile che disegna ogni personaggio, ogni frase con l'accuratezza con cui Tzia Bonaria Urrai cesella le asole».
Angiola Codacci-Pisanelli, L'espresso

ARTICOLO: Campiello, vince Michela Murgia. 119 voti su 300 per “Accabadora”
http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2010/09/04/news/campiello_vince_michela_murgia_119_voti_su_300_per_accabadora-6767721/

BIOGRAFIA di Michela Murgia (3/06/1972 - )
Michela Murgia è nata a Cabras, in provincia di Oristano, il 3 giugno 1972. Di formazione cattolica, prima di debuttare come scrittrice ha svolto diverse attività; significativa l’esperienza come venditrice telefonica: esordisce infatti con Il mondo deve sapere (2006), romanzo tragicomico sul mondo dei call center. Il diario ispira l’opera teatrale omonima e il film Tutta la vita davanti (2008). Molto legata alla sua terra, nel 2006 pubblica un blog (Il mio Sinis) in cui ne descrive i luoghi meno conosciuti e, due anni più tardi, scrive Viaggio in Sardegna (2008). Nel 2010 esce Accabadora, premio Super Mondello e premio Campiello, mentre è del 2011 Ave Mary, riflessione sul ruolo della donna nel contesto cattolico. Tra le sue opere successive, sono da ricordare il romanzo L'incontro (2012), che analizza i temi della condivisione e delle affinità, il saggio breve sul femminicidio "L'ho uccisa perché l'amavo". Falso! (con Loredana Lipperini, 2013) e il volume Futuro interiore, in cui riflette sulla sua generazione (2016). Alle elezioni regionali sarde del 2014 si è presentata con la coalizione Sardegna possibile, che non ha superato lo sbarramento previsto dalla legge.

Accabadora - Michela Murgia

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