"Discendenza scultorea", tre generazioni in mostra

Si apre domenica prossima alla Pinacoteca Civica di Palazzo Pianetti, la mostra “Discendenza scultorea: tre generazioni, un’arte, un territorio” realizzata da Angelo Rosetti, Massimo Ippoliti e Simone Campanelli. La mostra è uno scorcio di esperienze scultoree tramandate da due generazioni vicine tra loro che spingono verso il futuro una nuova nascenza plastica: quella di Simone Campanelli, un giovane  molto promettente appena laureato alla sezione di grafica dell’Accademia di Belle Arti.
In questa esposizione c’è una sola opera del giovane Simone, una maschera che è quasi un suo autoritratto che evoca le identità molteplici pirandelliane e al tempo stesso si ricollega a un’icona ancestrale quale la maschera con fattezze zoomorfe usate dall’uomo preistorico durante le sue battute di caccia.
Massimo Ippoliti nel corso di un quinquennio scolastico è stato il maestro del  giovane aspirante scultore, un maestro che non solo gli ha trasmesso la passione per la scultura, ma anche l’acquisizione delle tecniche della modellazione dell’argilla.
Ippoliti, da sempre molto amato dai suoi allievi e colleghi, è un “faber” instancabile, in continuo movimento: modella l’argilla, scolpisce il marmo, usa il gesso, fonde il bronzo, restaura opere ed è dotato di una grande disponibilità ed umiltà nell’offrire a chiunque i segreti della sua arte, le sue conoscenze e competenze. In genere le opere di Ippoliti dialogano quasi sempre con la scultura antica. In questa mostra espone infatti raffinati oggetti in argilla colorata con di ossido di ferro ripresi dal repertorio dell’arte vascolare dell’antico Piceno.
Forse Massimo Ippoliti non sarebbe lo scultore che è se, quando frequentava l’Istituto d’Arte di Ancona, non avesse avuto come docente di Plastica il maestro Angelo Rosetti, un gigante della scultura e della ceramica del nostro territorio e non solo. Visitare il suo atelier ubicato in mezzo alla campagna, nel fabrianese, è come immergersi in una dimensione sospesa, quasi atemporale. Il visitatore rimane estasiato da monumentali vasi decorati, attraverso un procedimento tecnico complesso che utilizza i vari colori della terra. L’arte vascolare di Rosetti si ispira ad antichi vasi cinesi e al tempo stesso evoca quelle suggestioni di sacralità che emanano i grandi vasi del Dypilon dell’era arcaica della Grecia antica.  In questa esposizione Rosetti espone opere di piccolo formato in bronzo, legno e terracotta ispirati al mondo antico.
La mostra resterà aperta fino al prossimo 5 maggio.

Comune di Jesi

Jesi, 12 aprile 2019


 

Gallerie

"Discendenza scultorea", tre generazioni in mostra

Questo sito utilizza cookie tecnici, analytics e di terze parti.
Proseguendo nella navigazione accetti l’utilizzo dei cookie.

Privacy policy