Quando lo stalker rincorre la sua preda

Un altro intervento sotto l'egida della Fidapa di Jesi in accordo con l’Amministrazione

Quando lo stalker rincorre la sua preda

Con l’aiuto di un esperto si possono evitare situazioni di pericolo


La Fidapa di Jesi, per meglio delineare la figura dello stalker ha lasciato la parola a Marina Marozzi, Presidente Adoc Marche, autrice di questo contributo.

La cronaca di tutti giorni continua a raccontarci numerosi casi di stalking che avvengono silenziosamente nei luoghi più reconditi della società, laddove spesso si annida anche la solitudine, le problematiche di relazione, il disagio sociale. Un fenomeno che non risparmia i nostri piccoli centri di provincia, dove raccontare può essere un po’ più difficile e le trame familiari si intrecciano con convivenze complesse, coinvolgendo gli affetti, le persone care e finendo a volte per provocare ferite profonde, insanabili. Sono le storie, ognuna diversa da tutte le altre, che raccogliamo nello sportello regionale antistalking dell’Adoc Marche. Uno degli aspetti che è utile sottolineare, per capire soprattutto cosa scatta nell’animo della vittima, è quel senso di bisogno che l’altro ha della vittima stessa. Alcune delle persone che si sono rivolte alla nostra struttura hanno proprio evidenziato l’obbligo morale che hanno sentito nei confronti del proprio stalker, che intenzionalmente o no, è riuscito ad esercitare. Lo stalker, in questi casi solitamente uomo, fa capire che ha bisogno della vittima, solitamente donna, la quale diventa responsabile del suo stato mentale, psicologico, ma anche fisico. E’ questa la trappola dalla quale sarà complicatissimo uscire. Scatta, così, il senso di colpa. Se l’altro sta male, infatti, diventa automatico che la responsabilità è di chi non gli corrisponde abbastanza attenzioni ed anzi lo evita, facendolo soffrire ancora di più. Ecco, allora, che ci si trova a subire una relazione – non sentimentale o, almeno non necessariamente tale – che però condiziona l’umore della vittima, le sue abitudini, la sua vita privata, magari anche la vita di coppia o quella familiare, il lavoro o anche aspetti della sua personalità. Capire che si è caduti in un meccanismo psicologico perverso è fondamentale. Lo stato di confusione che si prova non consente, infatti, di valutare la situazione con la necessaria lucidità e distanza. E’ per questo indispensabile l’aiuto di un esperto, innanzitutto uno psicologo (l’Adoc Marche mette a disposizione anche una consulenza psicologica gratuita scrivendo a stalking@adocmarche.it) , in grado di far uscire la vittima dallo stato di torpore in cui è inconsapevolmente caduta.

Quando lo stalker rincorre la sua preda

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