Jesi città della pace ricorda Rabin e Arafat

Sono una quindicina le associazioni mobilitate per organizzare al meglio l'appuntamento del 6 gennaio al palazzetto dello sport per il tradizionale incontro pubblico nel segno della pace e della solidarietà promosso dall'Amministrazione comunale e dalla Consulta per la pace.
Alle 17 del giorno dell'Epifania, come noto, saliranno sul palco allestito al Palatriccoli due donne, l'una israeliana l'altra palestinese, che porteranno la loro testimonianza per approfondire la conoscenza su una questione, qual è quella mediorientale, dove la spirale di odio e violenza continua ad ostacolare ogni processo di pace.

Si tratta della scrittrice israeliana Manuela Dviri Vitali Norsa, molto nota nel suo Paese per la tenace battaglia contro la guerra, iniziata dopo la morte nel '98 del figlio militare e del medico palestinese Jumana Hassan Odeh, consulente presso numerose associazioni internazionali umanitarie e impegnata a sensibilizzare l'opinione pubblica sul dramma che vive il suo popolo. Ad essi sarà consegnata idealmente la cittadinanza onoraria alla memoria di Yasser Arafat e Yitzhak Rabin - premi Nobel per la Pace nel 1994 - che la Giunta e il Consiglio comunale hanno voluto unanimemente assegnare nel novembre scorso, proseguendo così il cammino intrapreso dal Comune di Jesi riguardo alla promozione di una forte cultura di pace. "Ritengo che una cultura di pace - ha avuto modo di spiegare il sindaco Belcecchi - possa davvero radicarsi nel mondo se accanto al pacifismo autentico, quello che Gino Strada e padre Alex Zanotelli testimoniano ogni giorno insieme a tantissime altre persone, si muove una efficace azione politica che richiede tempo, mediazione, sensibilità, assunzione di responsabilità diretta.

L'azione politica che aveva portato Arafat e Rabin a raggiungere un accordo, ben sapendo che quell'accordo avrebbe scatenato reazioni diverse nei rispettivi popoli con il rischio concreto - poi per uno di essi rivelatosi fatale - di essere uccisi. Quell'azione politica aveva creato una speranza e soprattutto quei due uomini erano riusciti a far sì che la loro speranza fosse la speranza di tutti. È a quella speranza, è al ritorno di un'azione politica forte che possa restituire la pace a popoli martoriati, che facciamo riferimento quando abbiamo deciso di assegnare queste cittadinanze onorarie alla memoria. Confermando l'attenzione della città di Jesi verso problemi che qualcuno magari può considerare lontani e non pertinenti al compito degli amministratori locali, ma che invece ritengo siano importanti, perché contribuiscono a formare una cultura di pace forte e radicata".

Durante la manifestazione si raccoglieranno fondi per il progetto di cooperazione internazionale "Saving the Children", promosso dal Peres Center for Peace, grazie al quale, in un solo anno, 700 bambini palestinesi hanno potuto essere curati nelle strutture israeliane, di cui il 30% con operazioni a cuore aperto. Un risultato molto importante perché, come è stato sottolineato, può aiutare a costruire, a partire dalla cura dei bambini palestinesi, la riconciliazione tra i due popoli.

Jesi, 3 gennaio 2004

L'Amministrazione comunale

 

 

 


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