Il sindaco Fabiano Belcecchi si è incontrato venerdì scorso con
la segreteria della Sinistra Giovanile di Jesi per affrontare insieme la questione
delle nuove antenne della telefonia mobile, argomento sul quale i ragazzi dei
Ds avevano richiesto un approfondimento.
Il Sindaco ha ribadito ancora una volta il lungo lavoro svolto dal Comune: blocco
di tutti gli insediamenti a partire dal gennaio 2003, rifiuto totale di assecondare
le richieste dei colossi delle telecomunicazioni che avevano manifestato l'esigenza
di installare ben 21 nuovi impianti in tutta la città, avvio di un immediato
confronto "a bocce ferme" (e cioè senza alcuna autorizzazione
preventiva) per ridurre non di alcuni siti, neanche della metà, ma di
almeno tre quarti le richieste presentate.
Una scelta non facile, perché il Comune di Jesi, al pari tutti i Comuni
italiani, si trova costretto a fare i conti con una legge nazionale che dà
assoluta priorità alle antenne, limitando in maniera pressoché
totale il potere degli enti locali. Per far questo ha chiesto aiuto ai due massimi
organismi di tutela della salute pubblica marchigiana: l'Azienda sanitaria regionale,
attraverso la struttura territoriale di Jesi, e l'Arpam, l'Agenzia regionale
per l'ambiente.
Si è così sviluppata una lunga e faticosa trattativa che ha portato
a ridimensionare drasticamente le richieste delle grandi aziende telefoniche:
non 21 siti, ma solo 6; utilizzo delle migliori tecnologie per limitare le onde
elettromagnetiche (come in via Giani dove si è ottenuti una riduzione
del numero di antenne e della relativa potenza); controlli preventivi e successivi
alle installazioni; impegno a modificare gli impianti qualora fossero disponibili
ulteriori strumenti che ne riducono la potenza.
Il tutto è stato illustrato in assemblee pubbliche, incontri, sedi istituzionali
preposte. Azienda sanitaria, Arpam, esperti in materia e docenti universitari
hanno più volte sottolineato come il percorso di Jesi sia stato assolutamente
straordinario, da prendere come modello per la partecipazione sviluppata, la
capacità di confronto con i gestori della telefonia mobile, i risultati
ottenuti. Di fronte a dubbi legislativi si sono acquisiti anche i pareri di
tutti tecnici regionali preposti per arrivare ad individuare siti che, rispondendo
alle esigenza della telefonia (la copertura di rete, che resta come dispone
la legge un interesse nazionale privilegiato ed irrinunciabile), potessero offrire
le massime garanzie. In questo percorso ha partecipato, a più riprese
il Comitato nato contro l'installazione dell'impianto in zona Tabano, che ha
avuto modo di illustrare ai tecnici le proprie ragioni, ma non ha mai accettato
le tesi di tutti i soggetti coinvolti.
L'Amministrazione comunale è pienamente consapevole di aver effettuato
un percorso lineare, chiaro e trasparente, nell'assoluto rispetto delle regole
e soprattutto della tutela della salute pubblica e dei cittadini. Dietro la
scelta del Comitato, di vago sapore politico, c'è un percorso estremamente
pericoloso che avrebbe potuto prefigurare, esso sì, il proliferare di
"antenna selvaggia", come dimostrato dai fatti: non appena uno dei
colossi delle telecomunicazioni ha subodorato il rischio di non arrivare ad
un accordo con il Comune, ha approfittato delle garanzie fornite dalla legge
ed ha preso immediatamente accordo con sei privati per installare la propria
antenne a due passi dai siti individuati dal Comune.
Jesi, 27agosto 2005
Fabiano Belcecchi
Sindaco di Jesi