20 luglio 63° anniversario della Liberazione di Jesi

La cerimonia di commemorazione presso il cippo degli Orti Pace

Il Comitato cittadino per la difesa delle istituzioni democratiche e l'Amministrazione comunale invitano la cittadinanza a partecipare questa sera (venerdì 20) alla cerimonia per il 63° anniversario della Liberazione di Jesi dall'occupazione nazi-fascista, avvenuta il 20 luglio del 1944. Il programma prevede, alle ore 19, la deposizione di una corona presso il cippo degli Orti Pace in via Setificio con il saluto del sindaco Fabiano Belcecchi e la partecipazione di Rossella Cantoni, sindaco di Gattatico e presidente dell’Istituto Alcide Cervi, di cui anche il Comune di Jesi è socio.
Quello che accadde il 20 luglio 1944 è ancora vivo nella memoria dei più anziani: ecco come lo ricorda lo storico locale e giornalista Giuseppe Luconi nel suo libro “L’anno più lungo”.
“La notte fra il 19 e il 20 luglio 1944 è veramente la più lunga e la più sofferta, perché la popolazione rimasta in città si rende conto che ci si trova ormai all'ultimo atto, quello decisivo. Si cerca disperatamente una risposta all’interrogativo che, nei rifugi, negli scantinati, dove si veglia, si legge negli occhi di tutti: cosa faranno i tedeschi? Resisteranno sull’Esino, difenderanno Jesi o lasceranno la città senza combattere, evitandole nuovi e più grossi sacrifici? Data la posizione di Jesi, i più propendono per un disimpegno da parte tedesca, e la cosa appare certa quando agli scoppi provocati dai tiri delle opposte artiglierie si frammischiano le esplosione dei guastatori nazisti, che fanno saltare il ponte San Carlo, il ponte Pio, i ponticelli di via Marconi, via Colocci e via XXIV Maggio, e il ponte sulla Granita, in via Garibaldi, con il chiaro scopo di ritardare l’avanzata degli alleati e favorire lo sganciamento delle truppe tedesche…
All’alba il generale Utili si trova sul crinale fra il Musone e l’Esino per vedere da dove tirano gli “88” tedeschi. Poi l’ordine: Avanti gli alpini. Sono le 6 del mattino. La 3ª compagnia del battaglione alpini “Piemonte”, comandata dal capitano Barbieri, attraversa per prima il fiume ed entra a Jesi…. I pochi abitanti che sono rimasti a Jesi - riferisce Il Piave, settimanale dei soldati italiani dell’Ottava Armata - rimangono dapprima stupiti di trovarsi di fronte ai nostri gagliardi fanti della montagna. Essi non immaginavano che la conquista della città potesse essere così repentina, non solo, ma che fossero proprio reparti italiani a liberarla. Però, dopo il primo attimo di sbalordimento, la loro gioia si manifesta in pieno ed i nostri soldati vengono letteralmente portati in trionfo mentre dalle finestre cominciano a sventolare i primi tricolori”.

L'Amministrazione comunale

Jesi, 19 luglio 2007

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