Maxi distributore, la cassazione mette la parola fine

La Corte di Cassazione, ritenendo inammissibile il ricorso presentato dalla ditta Scavi e Condotte di Apiro, ha messo definitivamente la parola fine sulla pretesa di  realizzare un mega impianto di carburanti in un’area verde a ridosso di Via Roma, che avrebbe tra l’altro compromesso la pista ciclabile di Via Spina. 
Resta così confermato il pronunciamento del Consiglio di Stato che aveva dato pienamente ragione al Comune di Jesi, nella consapevolezza che fosse in capo alla massima istituzione cittadina il dovere di tutelare la comunità impedendo ulteriore cementificazione del suolo e l’aggravio di traffico in una zona della città dove sono già presenti forti criticità.
Proprio in virtù di questi principi, in Consiglio comunale, una larga maggioranza di consiglieri si era assunta in prima persona la responsabilità ed il rischio economico di bocciare l’autorizzazione alla variante urbanistica per la costruzione del nuovo impianto. Al riguardo il pronunciamento del Consiglio di Stato aveva chiarito che “le valutazioni di merito relativamente alla corretta pianificazione del territorio sono prerogative di indirizzo politico-amministrative proprie dell’organo consiliare e possono anche motivatamente discostarsi dai pareri resi dagli uffici tecnici comunali”. 
Con il rigetto del ricorso, la Cassazione ha condannato la Scavi e Condotte al pagamento delle spese processuali nei confronti del Comune di Jesi, della Provincia di Ancona, del Ministero dell’Interno e del Ministero dei Beni Culturali, vale a dire tutti e quattro gli enti citati in giudizio. 
Un successo politico e di cultura di governo per il Comune di Jesi, difeso dall’avv. Antonio Mastri, che è riuscito a dimostrare la piena correttezza e la limpidezza dell’operato dell’Ente nel rispetto delle norme e del diritto.

Comune di Jesi

Jesi, 20 aprile 2021

Maxi distributore, la cassazione mette la parola fine

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