Palazzo Pianetti

Palazzo Pianetti, un significativo esempio di architettura settecentesca, è l'attuale sede della Pinacoteca comunale, del Museo Archeologico e della Galleria di Arte Moderna

Galleria rococò di Palazzo Pianetti e teca dei vasi di farmacia
Galleria rococò di Palazzo Pianetti

Il palazzo Pianetti, attuale sede della Pinacoteca comunale, è un significativo esempio di architettura settecentesca. Iniziato nel 1748 su commissione della nobile famiglia dei marchesi Pianetti dal pittore architetto Domenico Luigi Valeri (1701-1770) e terminato intorno al 1781, ha un corpo centrale a due piani e alle estremità due ali che si protendono verso il giardino all’italiana, chiuso architettonicamente da una terrazza che gira intorno al cortile. Uno scalone marmoreo a doppia rampa costruito dall’architetto Angelo Angelucci da Todi, nel 1858, consente l’accesso ai piani superiori: sulle pareti sono bassorilievi in stucco raffiguranti poeti, musicisti e scienziati. Al primo piano si trovano la “Galleria” con stucchi e pitture “rococò” e le stanze decorate con le Storie di Enea. Al secondo piano sono le stanze di vita della famiglia Pianetti: sale, studioli, salotti, camere da letto, bagni decorati alla fine del ‘700 dal pittore Luigi Lanci e in un periodo successivo dall’artista fiorentino Olimpio Bandinelli con temi galanti e scene arcadiche. Nell’attico piccoli appartamenti destinati alla servitù. La facciata interna sul giardino è scandita da marcapiani orizzontali e lesene verticali e presenta un ritmico alternarsi di porte e finestre, alcune delle quali munite di balconcino, opera del veneziano Antonio Croatto. Il prospetto che dà sulla strada non è opera del Valeri ma, probabilmente, di un allievo dell’architetto Alfonso Torreggiani e riprende lo schema e la tipologia di Palazzo Aldovrandi, costruito a Bologna nel 1744. Nel 1859, in occasione del matrimonio fra Vincenzo Pianetti e la fiorentina contessa Virginia Azzolino, il palazzo subì ampi rifacimenti ad opera dell’architetto Angelucci. L’intervento non si limitò alle opere in muratura, ma si estese all’arredamento, al disegno di nuove porte e finestre, caminetti, parati, decorazioni interne. In questa occasione venne costruito lo scalone ancora esistente. L’aggravarsi della situazione economica della famiglia portò, nel 1891, ai lavori di razionalizzazione degli ambienti interni ed al loro adeguamento in vista dell’affitto di parte dell' immobile. Nel 1901 vi è la definitiva vendita del palazzo a favore della famiglia Tesei. È storia di questi ultimi quarant’anni la graduale acquisizione da parte del Comune di Jesi di Palazzo Pianetti che, a conclusione dei necessari restauri, è divenuto sede della Pinacoteca Civica.

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Ultimo aggiornamento: 10/06/2024

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